Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di cannabis light, di lotta per la legalizzazione delle droghe leggere e degli effetti che questo tipo di campagna comporta anche dal punto di vista politico, in Italia, in Europa e in tutto il mondo; c’è da dire che, per quanto si abbiano tutte le buone intenzioni dal punto di vista sociale e ideologico, non sempre si conosce la differenza tra le varie sostanze, così come si ignorano alcune possibili componenti, dal punto di vista prettamente scientifico.
Quando si parla di cannabis light, ad esempio, non si fa riferimento alla marijuana o ad altre sostanze che possono comunque provocare un effetto stupefacente, dal momento che la composizione chimica di queste ultime è assolutamente differente. Per questo motivo, nel cercare di chiarire quali siano le determinazioni della cannabis light, spiegando che cos’è e quali possono essere i possibili benefici, è importante sottolineare innanzitutto quale sia la differenza con le cosiddette droghe leggere e, successivamente, quali sono le caratteristiche in questione.
Cannabis light: che cos’è e come si distingue dalle droghe leggere
Sommario Articolo
Prima di proseguire con l’analisi di quelli che possono essere i possibili benefici della cannabis light, è importante considerare innanzitutto che cosa sia quest’ultima e quali siano le differenze rispetto alle altre droghe leggere, come la marijuana, per cui non è possibile introdurre, in un unico calderone, tutte queste sostanze con un’unica accezione.
L’elemento che permette di generare delle differenze è il delta-9-tetraidrocannabinolo, principio chimico attivo che viene conosciuto anche con la sigla di THC e che riguarda, detto in termini molto generici, il livello e il grado di principi stupefacenti presenti in una determinata sostanza.
La marijuana contiene una percentuale di THC che può essere variabile, in base al tipo e alla qualità di sostanza, ma che sicuramente va dal 4% al 20%; si tratta di un dato che, se messo a confronto con quello della cannabis light, permette di comprendere immediatamente la differenza: la cannabis light, infatti, ha un valore che va dallo 0,2% allo 0,6%, pur con limiti da rispettare dal punto di vista normativo che, di solito, avvicinano la sostanza sempre al primo valore preso in considerazione. Ne deriva, naturalmente, che la quantità di THC presente nella cannabis light sia così bassa da non far percepire la sostanza stupefacente, con altre reazioni (benefiche, dal punto di vista scientifico) che emergono di conseguenza.
Acquistare la cannabis light è legale?
Vendita di cannabis light: è possibile? Un interrogativo che si osserva spesso, soprattutto nelle comunità online; la risposta è affermativa, per quanto ci sia bisogno di guardare la normativa di riferimento, che cambia di paese in paese, relative alle percentuali massime di THC che sono ammesse per una vendita legale. In Italia la percentuale è dello 0,5%, mentre in Europa e in alcuni paesi dello 0,2%, dunque per acquistare la cannabis light bisognerà sempre rispettare tale valore.
Benefici della cannabis light
Come detto precedentemente, la cannabis light non è una sostanza stupefacente, ma provoca dei vantaggi e dei benefici: innanzitutto, scientificamente parlando, si tratta di una sostanza antinfiammatoria, che può essere utilizzata anche per il trattamento medico di alcune patologie, talvolta soltanto con effetto lenitivo, per gestire maggiormente il dolore.
Tra gli effetti benefici della cannabis light, per quanto questi vengono avvertiti diversamente in base al modo di recepirli da parte di un soggetto, c’è anche la cura dell’ansia e dell’insonnia, dal momento che è stato dimostrato che assumere cannabis light permette di aumentare il proprio livello di sonno. Infine, può essere utile come sostanza lenitiva anche per gli animali, pur se a seguito di un valido consiglio medico.