Consulente ambientale: cosa fa?
Sommario Articolo
Il professionista in questione è un tecnico altamente specializzato nel settore ambientale. Prevalentemente, si occupa di svolgere diverse attività di tipo gestionale volte a tutelare l’ambiente che caratterizza un determinato contesto socioeconomico.
Il codice ATECO che descrive il suo ruolo, 74.90.93, stabilisce che i due ambiti principali nei quali deve operare il consulente ambientale sono: l’efficienza energetica e il consumo delle materie prime; il management dei rifiuti, i correlati adempimenti documentali e il contenimento del loro costo aziendale.
In modo particolare, egli si cimenta in:
- risparmio di energia e conversione a fonti rinnovabili;
- gestione documentale dei materiali di scarto in conformità alla vigente normativa;
- VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) nonché pratiche autorizzative quali AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e AUA (Autorizzazione Unica Ambientale);
- audit e implementazione dei sistemi di management;
- contabilità verde;
- economia circolare, basata sull’individuazione dei sottoprodotti;
- diritto dell’ambiente;
- valutazione dei rischi per la sicurezza.
A prescindere da quale aspetto della sua formazione scelga di privilegiare, egli dovrà sempre premurarsi di consigliare e di assistere al meglio il proprio committente.
Il consulente ambientale può agire da libero professionista o da lavoratore dipendente. In entrambi i casi, specialmente nel secondo, spesso si troverà a collaborare con altri tecnici altamente specializzati: gli HSE e gli RSPP, addetti alla salvaguardia della salute e alla prevenzione.
La normativa che ha sancito la legittimità dell’attività svolta dal consulente ambientale
La norma che ha sancito la legittimità dell’attività svolta dal consulente ambientale è la Legge 4/2013. Fino al 10 febbraio 2013, data in cui è stata promulgata questa norma, chi operava in assenza di un ordine o di un collegio di appartenenza non godeva di una vera e propria identità lavorativa: il consulente ambientale rientrava, sino ad allora, nella fattispecie in questione.
Consulente legale ambientale: uno dei green jobs maggiormente apprezzati
Il consulente legale ambientale, ulteriormente specializzato, diviene tale perché ha anche conseguito la laurea in giurisprudenza. Di conseguenza, si tratta di una figura professionale esperta soprattutto in diritto dell’ambiente e che è in grado d’interpretare adeguatamente la normativa in materia.
Egli si pone al servizio dell’impresa che intende muoversi nel pieno rispetto della legge, così da evitare d’incorrere in rischi nonché in sanzioni di natura: amministrativa; civile; penale. Lavora a stretto contatto con la dirigenza e, quindi, gli sono costantemente richieste prestazioni di alto livello.
Il consulente legale ambientale svolge pure l’attività di coordinamento e di promozione della cultura della sostenibilità all’interno dell’azienda stessa, dalla quale è generalmente considerato parte integrante per via dell’importanza dell’incarico multisettoriale che ricopre.
Stipendio e guadagno di un consulente ambientale
L’importo dello stipendio che percepisce, annualmente, il consulente ambientale varia principalmente a seconda dell’esperienza che egli ha maturato sul campo.
Un professionista che ha appena cominciato a svolgere l’attività in questione, o che ha meno di tre anni di operatività alle spalle, può guadagnare annualmente circa 27.000 euro lordi. Un consulente ambientale che ha maturato da quattro a nove anni di esperienza, può percepire uno stipendio annuale di circa 28.000 euro lordi. Un operatore veterano con più di vent’anni di esperienza al seguito, può aspettarsi una retribuzione annuale di circa 47.000 euro lordi. Un consulente legale ambientale può guadagnare cifre più elevate.