Cosa buttare nell’umido

organico e umido sono la stessa cosa

A tutti è capitato almeno una volta di buttare qualcosa nel bidone sbagliato. Ma ormai la raccolta differenziata è parte integrante della nostra vita quotidiana. Bisogna sapere cosa fare degli scarti che produciamo, siano essi carta, indifferenziato o umido. Quest’ultimo in particolare può creare dei problemi. Con la varietà di alimenti che compriamo, e i loro diversi involucri, non è sempre chiaro cosa sia umido e cosa non lo sia. E un altro dubbio può riguardare il luogo in cui questa spazzatura andrebbe rilasciata. In questo articolo capiremo cosa buttare nell’umido, come e dove farlo.

 

Cosa si può buttare nell’umido

 

Cominciamo col dire cosa si può buttare nell’umido. Tanti sono ancora i dubbi su questa procedura. A volte i comuni danno indicazioni diverse su prodotti specifici. Col rischio di incorrere in multe o affini conseguenze spiacevoli. Altre volte può capitare che cose apparentemente biodegradabili si rivelino invece accompagnate da carta o plastica. Nell’umido si possono gettare scarti di cucina, avanzi di alimenti, scarti di frutta e verdura, fondi di caffè e filtri di tè (se non diversamente indicato), escrementi di animali domestici, fiori recisi e cibi avariati o scaduti. Mai con l’involucro.

 

Questo in linea generale. Ci sono però elementi che alcuni consigliano di buttare nell’umido e che in un primo momento possono stupire. Stiamo parlando delle parti legnose della frutta, noccioli e frutta secca, lische di pesce, gusci d’uovo, tovaglioli e fazzoletti di carta usati e imbrattati con residui alimentari, semi e foglie di pianta. I pannolini dei bambini possono essere messi nell’umido solo se biodegradabili e dei cartoni della pizza vanno separate le parti pulite da quelle sporche. Ma per qualsiasi dubbio si consiglia di contattare l’azienda che gestisce il servizio del proprio comune. 

 

Cos’è l’umido

 

Con il termine “umido” viene indicata tutta quella spazzatura prodotta da elementi di rifiuto facilmente biodegradabili. Si tratta di scarti che in poco tempo possono marcire e quindi emettere un cattivo odore. In altre parole sono tutte quelle sostanze di origine animale o vegetale che compongono circa un terzo dei rifiuti prodotti ogni giorno nelle nostre case. Se ciò che stai buttando è stato in precedenza una forma di vita, è praticamente certo che andrà nel bidone dell’umido. Tutti i rifiuti di questo tipo sono perciò dissolvibili tramite agenti biologici e vengono usati per il compost.

 

Organico e umido sono la stessa cosa

 

La sezione dei rifiuti comunemente chiamata umido porta anche il nome di organico. Non è raro trovare nelle indicazioni del servizio cittadino di ritiro dei bidoni l’uno o l’altro termine. Confermiamo che le due parole sono interscambiabili e indicano la medesima tipologia di spazzatura. Potete quindi stare tranquilli finché destinerete a questo spazio gli scarti elencati sopra.

 

Cosa non buttare nell’umido

 

Per quanto riguarda i rifiuti che non fanno parte dell’umido la lista sarebbe assai lunga e ci limiteremo qui a fare qualche esempio. Come già accennato, i normali pannolini dei bambini, come gli assorbenti mestruali, vanno esclusi. Non vanno inseriti nell’organico contenitori di cibi (qualsiasi sia il materiale), filtri dell’aspirapolvere, stracci vari (neppure se sporchi), carta per alimenti in alluminio o plastificata, olio (di qualsivoglia genere), mozziconi di sigaretta e polvere. Insomma, è da evitare ogni elemento non direttamente riutilizzabile tramite processo di degradazione naturale.

 

Raccolta differenziata

 

Non a caso in precedenza abbiamo accennato al compost. Infatti i rifiuti organici vengono raccolti in modalità diversa dagli altri perché necessitano di una differenze elaborazione di riciclaggio. Essi hanno elevati costi di contenimento, fermentano ed emettono esalazioni che possono diventare nocive. La raccolta differenziata permette perciò di separare in modo sicuro la spazzatura per non comprometterne lo smaltimento. Il compostaggio, in particolare, prevede la trasformazione dell’umido in fertilizzante naturale mescolandolo a scarti di giardinaggio. Richiede dai 6 ai 12 mesi.