Motore ad aria compressa

Il motore ad aria compressa, o motore pneumatico 

È dall’invenzione del motore a vapore, la cui apparizione diede via alla prima rivoluzione industriale, che strumenti del calibro sono andati via via migliorandosi, sino a toccare dei picchi che la mente umana avrebbe faticato soltanto a immaginare. Il fatto che oggi esistano diversi tipi di motori, la dice lunga. Si va da quello a benzina a quello elettrico, da quello a vapore a quello pneumatico e così via.

Quest’ultima tipologia, soprattutto, è stata ampiamente utilizzata nella metà del ’800 e oggi non viene particolatamente impiegata. Si è discusso sulla sua effettiva resa sulle automobili, ma il discorso sembra ancora lungi dall’essere chiuso.

Il motore ad aria compressa ha avuto il suo bum nei trasporti a originare dal 19esimo secolo. Il primo veicolo ad aria compressa, fu opera di Andraud e Tessie di Motay, i quali condussero una vettura con un motore pneumatico su una pista, a Chaillot, nella seconda settimana del luglio 1840. Il primo motore che, invece, ebbe successo con le locomotive, fu nominato: sistema Mekarski.

Il tramway di Nantes, situato nell’omonima città,  è stato il primo ad usare il sistema Mekarski per l’alimentazione dei mezzi di locomozione pubblica. Questi entrarono in funzione nel dicembre 1879, ma furono sostituiti nel 1917 dai tram elettrici, che ancora oggi scarrozzano in tutta Nantes una mole esaustiva di passeggeri.

 

Il motore ad aria compressa: come funziona 

Avendo ripercorso (assai in breve) i momenti salienti del motore ad aria compressa, è giunto il momento di carpirne il funzionamento. Non si tratta di un processo astruso, ma per chi non è pratico o amante di certi discorsi, potrebbero non essere una comprensione elementare, per così dire. A causa di ciò, sarebbe opportuno riassumere il tutto con parole di normale comprensione e dunque adatte a tutti, anche a chi non si ritiene un esperto dell’ambito.

Il motore ad aria compressa effettua un lavoro che può essere definito meccanico.  Esso sfrutta l’espansione dell’aria precedentemente incamerata nel serbatoio, e converte  l’aria compressa in lavoro meccanico, attraverso un movimento lineare o rotativo (dunque che ruota, similmente a una girandola). Al termine del processo, l’aria compressa fuoriesce dai serbatoi con una pressione di 300 bar o poco più. 

Come già accennato, non si tratta di un qualcosa di astruso. Il processo può non essere subito immaginabile ma cercando sul web qualche immagine contestualizzata, si avrà l’opportunità di comprendere meglio il funzionamento di cui sopra. Dopotutto, si tratta di un motore piuttosto antiquato.

 

Auto con motore ad aria compressa

Il funzionamento del motore ad aria compressa permetterebbe di spostarsi con una modesta velocità e senza perpetuare emissioni nocive all’ambiente. Ovviamente, questo non solleva il motore in questione da ulteriori problematiche: ad esempio, è possibile che si formi del ghiaccio al suo interno in grado di comprometterne gravemente il funzionamento.

Per quel che concerne l’utilizzo dei motori pneumatici nelle auto, vi è da sottolineare l’invenzione di Eolo. Essa è la prima autovettura avente un motore ad aria compressa. È stata  progettata da Guy Nègre, compianto ingegnere francese a cui si attribuisce la paternità di molte invenzioni.