Paura del mare

Le fobie hanno da sempre colorito (di nero, ovviamente) la vita dell’uomo. Si pensa che alcune di esse siano così ataviche, da risalire a tempi remoti, probabilmente riconducibili ai primi rudimenti d’intelligenza umana. Di certo, un uomo di Neanderthal non avrebbe mai potuto avere l’aerophobia (paura  di volare) né l’amaxofobia (paura di guidare) dacché non esistevano né gli aerei, né le macchine.

Purtuttavia, è lecito supporre che “l’uomo antico” temesse in qualche modo di avventurarsi da solo nelle foreste e nei boschi, o di sprofondare nell’immensità del mare. Quest’ultima fobia è sopravvissuta in larga scala fino ai giorni nostri e trasmette un’inquietudine che risulta, talora, ardua da acquietare.

 

Come si chiama la paura del mare?

Talassofobia. Questo è il nome affibbiato alla paura delle profondità del mare. Uno spazio vasto, alla vista immenso, dentro il quale inabissarsi per chilometri e chilometri, fino a disintegrarsi sotto l’estrema pressione delle acque. La talassofobia rappresenta un timore abbevilliano, il terrore di vedersi impotenti dinanzi a una forza inarrestabile e che lentamente risucchia tutto ciò che l’approccia per il suo stesso diletto. Affrontarla non è affatto semplice e spesso, ammirando il ribaltamento delle onde dalla riva o dal bagnasciuga, non si può far a meno che rimandare i pensieri alle mostruose creature lovecraftiane che dormono negli abissi in attesa di un risveglio che attendono da tempi arcaici.

 

Spesso, quando si ha a che fare con una persona talassofobica, non appare del tutto impossibile convincerlo a spingersi in mare sin dove riesce a percepire il fondo sabbioso o sassoso col tatto o con la vista. Il problema, infatti, sorge nel momento in cui questa decide di prendere il largo e di farsi una nuotata laddove non è più possibile lambire il letto del mare. In certi casi, l’individuo che sopporta la fobia, potrebbe soffrire di un attacco di panico e di un conseguente intorpidimento dei muscoli, oltre che della ragione.

Ecco spiegata la ragione per la quale è necessario, se non di obbligo, tener d’occhio una persona avente la fobia del mare profondo, che decide di godere del carezzevole moto delle onde. Vi è da assumere, comunque, che la maggior parte degli individui talassofobici, non oseranno mettere piede in acque di mari e laghi… Forse accetteranno i fiumi? Chi lo sa.

 

Perché ho paura del mare?

Inutile fare mille panegirici: chi soffre di un disturbo dovuto alla paura del mare profondo, si sarà chiesto, più volte nella vita, il motivo per cui è così spaventato all’idea di mettere piede in acqua. Fatta la premessa che ogni personalità accusa la fobia per mezzo di un determinato evento, le ragioni scatenanti la talassofobia sono da ricondurre a una particolare occasione traumatica, magari legata a un annegamento sfiorato che avrebbe potuto condurre alla prematura scomparsa del soggetto ora talassofobico.

Oppure, con le medesime possibilità, la paura delle profondità marine può essere ricondotta al terrore o al senso di profondo disagio scaturito dal mare stesso: il fatto di non avere idea -quando si è in acqua- di dove poggiano i talloni allorché si cerca di muoversi tra le dune sottomarine, o di non poter avere una visuale perfetta di chi o cosa stia sfiorando la propria gamba, potrebbero essere la causa principale della fobia.

 

Come affrontare la talassofobia?

Comportarsi da eroi non sempre porta a benefici tangibili. Essere talassofobici e spingersi a largo per un mero senso di orgoglio, potrebbe nuocere gravemente all’incolumità. Per questo motivo, è altamente consigliato rivolgersi a uno psicologo e spiegargli la situazione nei dettagli. Essere coraggiosi è un buon segno di personalità, ma allo stesso tempo, potrebbe comportare qualcosa di assai pericoloso (come in questo caso).

 

Conclusioni 

Per farla breve, la talassofobia affligge una  buona parte delle popolazione mondiale, benché la maggior parte di essa -della popolazione- tende ad ammararsi senza particolari patemi. Allo scopo di superare con successo la fobia, è consigliato anche scambiare due chiacchiere o più con le persone di cui si ha fiducia. Il privilegio di poter essere ascoltati da un qualcuno di vicino, è essenziale, delle volte.

La vicinanza di un caro non deve mai essere sottovalutata, soprattutto quando si è consapevoli di soffrire a causa di un disturbo fobico. Nella vita è possibile superare ogni genere di situazione, a prescindere da quanto possa sembrare irreversibile.